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medico estetico bologna

Medicina estetica e approccio olistico al paziente

Medicina Estetica e protocolli di cura al Poliambulatorio San Prospero, che cosa sono?

Oggi conosciamo la Dott.ssa Bertoncelli, esperta in medicina estetica, in forza al Poliambulatorio San Prospero. Con lei in particolare vogliamo parlare dei protocolli di cura, ovvero di quei percorsi che una struttura come il Poliambulatorio San Prospero, centro di medicina Estetica può mettere a disposizione di un paziente per instaurare un percorso terapeutico articolato e duraturo.

  1. Dott.ssa Bertoncelli di cosa si occupa al Poliambulatorio San Prospero?

“Mi occupo di medicina estetica, quindi della cura e del benessere dei miei pazienti.”

  1. Qual è l’approccio al paziente che si rivolge a un centro di medicina estetica?

“Anche se l’utilizzo delle diverse metodiche è comune a chi opera nel campo della medicina, ogni paziente dovrebbe essere gestito attraverso un percorso personale in relazione ai diversi aspetti e alle problematiche che vuole affrontare. Per quanto ci siano linee operative, ogni persona ha la sua storia ed è un individuo unico. ”

  1. Quando è opportuno che oltre alla ragione specifica che porta il paziente a rivolgersi a un centro come il Poliambulatorio San Prospero, si imposti un percorso terapeutico?

“Il paziente, solitamente, si rivolge al centro per un inestetismo sul volto o sul corpo, più o meno visibile…quindi è mosso da un’esigenza, spesso di natura estetica, immediata.

L’opportunità di un percorso terapeutico nasce per salvaguardare e promuovere il benessere della persona. È il caso della prevenzione di determinate problematiche legate a una genetica familiare, allo stile di vita, al crono e foto invecchiamento. In questo senso un percorso terapeutico viene consigliato per evitare che quell’inestetismo si ripresenti o comunque per far si che in caso si ripresenti sia di grado più lieve. Un percorso terapeutico serve quindi per invecchiare nel migliore dei modi, per far sì che l’età biologica e quella anagrafica non siano corrisposte. “

  1. Può farci un esempio di un protocollo di cura su una paziente quarantenne?

“Proprio in virtù di quello che abbiamo appena detto, il protocollo di una donna di 40 anni, così come per persone di ogni altra fascia di età, può essere valutato solo in relazione alla genetica biologica della singola persona e alla condotta di vita. Avere più strumenti a disposizione, come nel caso del Poliambulatorio San Prospero, rende più facile plasmare un protocollo sulla persona, creare un vestito su misura per lei e garantirle un maggior grado di soddisfazione.”

  1. Quali sono i parametri che vengono presi in considerazione nella sua professione per valutare i risultati di un percorso di cura?

“I parametri, attraverso i quali possiamo misurare il nostro lavoro, sono molteplici. Possiamo utilmente suddividerli in dati oggettivi: confronto fotografico, misure, confronto verbale prima-dopo con la paziente e parametri soggettivi, ovvero quanto riporta la paziente in termini di soddisfazione e benessere complessivo, emotivo e fisico.

Per ritenere il nostro intervento efficiente ed efficace è importante che i due parametri siano quantomeno complementari; uno o più trattamenti eseguiti nel migliore dei modi a livello tecnico, non necessariamente possono considerarsi un successo, se non sono accompagnati dalla soddisfazione della cliente e da un confronto positivo con le sue aspettative. Proprio riguardo agli obiettivi dei pazienti parte del nostro compito, non sempre facile, è fare in modo che le aspettative sui risultati siano realistiche.

  1. Qual è la percezione comune della medicina Estetica? Il concetto di cura appartiene a questo ambito?

“ Purtroppo ancora oggi l’approccio alla Medicina Estetica e al concetto di cura a essa collegata, non è stato completamente compreso. Non si tratta di togliere una ruga o aumentare il volume delle labbra, è necessario un approccio al paziente olistico, in modo da comprenderne realmente le esigenze, riconoscerne le priorità e fornire previsioni sui risultati realistiche. La Medicina estetica è prevenzione e cura e porta con se risvolti psicologici importanti, dimostrandosi significativa nel coadiuvare un migliore inserimento lavorativo e sociale. “

  1. Sebbene i protocolli siano percorsi specializzati impostati in relazione alle specifiche caratteristiche del paziente, in relazione all’età, quali sono gli itinerari più comuni che si sente d’indicarci?

Diciamo che la fascia di età più rappresentata è quella tra i 45-50 e i 60-65. All’interno di queste fasce di età il 90% delle pazienti lamenta una perdita di tono nel terzo inferiore del viso. Per questa ragione stiamo studiando un protocollo specifico per lavorare sul tono e sulla texture della pelle che si avvale di diverse metodiche tra loro complementari.

  1. Un consiglio alle donne da un medico estetico?

Lavorare molto sulla prevenzione perché è un elemento sul quale possiamo intervenire direttamente. Il nostro corredo genetico non lo possiamo scegliere, le nostre abitudini invece possiamo indirizzarle liberamente.

Accettare l’invecchiamento come il processo naturale che rappresenta, restituendogli in questo senso la poesia che gli è propria. Che la nostra aspirazione non sia diventare qualcuno di diverso stravolgendo il nostro aspetto, piuttosto valorizziamo i nostri punti di forza e curiamo nel modo giusto il nostro aspetto. Si può invecchiare bene e in modo armonioso scoprendo quanto si è belli rimanendo se stessi.